Ci hanno chiesto informazioni in merito alla Villa Rustica Romana ed ecco un testo che abbiamo trovato come fotocopia di fotocopia e quindi non è possibile per il momentro capire che lo abbia scritto e dove sia stato pubblicato. Anche per conservarlo per il futuro vogliamo pubblicarlo qui.
Nota: ci potrebbero essere errori di battitura - non ho tempo per rileggere in questo momento.
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Tramonti
La Villa Rustica
In località Polvica, borgata al centro di Tramonti, al di sotto del colle S. Maria, nella fascia pedemontana che domina la confluenza del Vallone Fontaniello col Vallone S. Franciesco, vennero casualmente alla luce, nel 1986, resti di una villa rustica romana e testimonianze delle fasi anteriori di popolamento. La più antica risale alla media età del bronzo pieno, facies appenninica, con tazze dai caratteristici motivi excisi sulla spalla. Nell'area indagata non si sono trovati fondi di capanna che attestassero un insediamento stabile. Però l'ubicazione su una fascia di media altura, non molto distante dalla costa, è rispondente, almeno in parte, ad interessi pastorali. La centralità del territorio, la vicinanza a corsi d'acqua, la posizione arretrata, ma nel contempo prossima alla strada che, attraverso il valico di Chiunzi, collegava l'agro nocerino alla costa amalfitana, sono elementi a favore di una continuità d'insediamento. Un livello con buchi di palo, non definibili planimetricamente, attesta la frequentazione di età arcaica, indizio del ruolo attribuito al valico all'epoca della definzione urbana di Pompei e di Nocera. Una fattoria potrebbe aver preceduto, in età sannita ed ellenistica, l'installazione della villa rustica, il cui impianto cade nella seconda metà del secolo I a.C. L'insediamento rurale dell'entroterra costiero viene, cisì a precedere l'impianto della villa maritima di Minori. Mattoni anche del tipo adottato nella costruzione di colonne, riportano i bolli MAC e MAC-POPL-MICER. Quest'ultimo bollo li attribuisce indubbiamente a Nocera, al cui ager va assegnato l'immediato retroterra amalfitano, ed è inserito dal Mingazzini tra i bolli di mattoni pubblici recanti l'indicazione del magistrato. La villa, anche sulla base del materiale raccolto fuori contesto, risulterebbe dotata di spazi colonnati, di ambienti riscaldati, forse terme, di una cisterna e di un magazzino per dolii ed anfore. L'economia si basava sulla viticoltura e sull'attività agricola ordinaria. Tra i contenitori d atrasporto è l'anfora tipo Dressel 2-4 prodotta in campania per lo smercio ed il trasporto del vino locale. Un campo arato, piantato in parte con alberi di piccolo fusto, è stato individuato sotto il livello di lapillo eruttivo del 79 d.C. Smottamenti di terreno determinarono fenomeni di dissesto che furono, forse, alla base della decisione, presa tra il xec. II-III d.C. Di radere al suolo alcuni ambienti, per ricostruirli, ricalcandone la pianta e l'orientamento, col reimpiego del laterizio, smontato dalle strutture preesistenti, con la messa in opera del tufo grigio locale e con la creazione di tramezzi lignei. Questa seconda fase, che scende al sec. V-VI d.C., trova corrispondenza nella ristrutturazione di età severiana della villa maritima di Minori. L'occupazione continua almeno fino al IV secono anche nel vicino centro di Corsano, dove si rinvennero monete di Domiziano e di Gordiano III.
Mancano gli elementi per ipotizzare un fenomeno aggregativo dei due centri all'interno di un unico latifondo tardoantico. L'immediato entro terra boscoso svolge un ruolo economico sempre più emergente ed il cinghiale copre parte del fabbisogno alimentare sia della villa agricola che di quella costiera. Nel corso del VI-VII secolo sul sito della villa, in un settore abbandonato e non più occupato, venne impiantata una chiesa con annesso cimitero, le cui tombe erano delimitate da muretti in tufo grigio. La chiesa è al servizio di un gruppo di coloni, impegnati nella tenuta che è subentrata al precendte fundo romano, e dei contadini sparis nei dintorni. Pervenuta allo stato di rudere, venne abbandonata in un momento imprecisato, nè resta ricordo della titolatura della toonomastica dei luoghi. Un edificio di culto, dedicato a S. Giovanni, venne costruito a ridosso del sentiero che, biforcandosi, si collega in direzioni di Figlino, alla strada del valico e, in direzione di Paterno, al Maiori e, da qui, alla fascia pedemontana di Minori.
M.A.I.